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I grassi saturi

“Conosci il tuo nemico” ammoniva Sun Tzu nella sua opera “L’arte della guerra” e per la maggior parte di noi, popolo del ventunesimo secolo, della società che, dicono, verrà annientata dalla sovrabbondanza di risorse, uno dei nemici più infidi è il Grasso. Suona ormai come un termine maligno, un crimine, un perverso tentatore. Tuttavia, in quelle parole del generale e filosofo, v’è una verità più profonda: talora, conoscendo il nemico, vi si scoprono aspetti inattesi, famigliari, vantaggiosi. I grassi, intesi nella totalità di classe di macronutrienti, rappresentano un contributo essenziale e insostituibile al corretto sostentamento della meravigliosa macchina del corpo; essi comprendono, secondo una precisa classificazione su base chimica, delle sottoclassi: saturi (catene carboniose a legami singoli), monoinsaturi (catene carboniose con un unico legame doppio), polinsaturi (catene carboniose con più legami doppi, di cui alcuni essenziali poiché non sintetizzabili dal nostro organismo). L’incriminata sottocategoria di grassi saturi è la più rappresentata nel modello di alimentazione odierno; essi sono, infatti, ampiamente presenti in cibi di origine animale, carni fresche, carni conservate e lavorate, condimenti a base grassa (come il burro), formaggi e uova. L’eccesso di questi nutrienti, quasi mai controbilanciato da altrettanta assunzione di grassi mono e polinsaturi, genera una concreta e scientificamente assodata predisposizione ad alcune delle patologie attualmente più diffuse: malattie cardiovascolari, episodi ischemici, obesità e sovrappeso; questi ultimi a loro volta precursori di molti stati patologici a base multifattoriale (ossia determinati da più fattori). La buona notizia è che i diretti parenti dei grassi saturi, i grassi mono e polinsaturi, costituiscono la controffensiva migliore ai sopracitati eccessi. Una corretta ed equilibrata assunzione di alimenti a base di soia, pesce magro, oli vegetali (primo tra tutti l’Olio Extravergine di Oliva), all’interno di una dieta bilanciata in cui la quota grassa non superi il 30-35% dell’apporto calorico globale, assicura un’efficace azione protettiva dai rischi relativi all’eccesso di grassi (o lipidi). Benché il calcolo delle proporzioni ottimali sia da effettuarsi sempre a livello personalizzato, proprio come la scelta di un abito o di un accessorio risponde volta per volta alla specifica esigenza del singolo, è tuttavia possibile fornire un’indicazione di massima sulle percentuali nutrizionali consigliate: la quota totale di grassi rientra nel 25-35% dell’apporto totale giornaliero; di questa percentuale solo il 25% è rappresentato dai grassi saturi, il 55% da grassi monoinsaturi ed il restante 20% da grassi polinsaturi. Tale distribuzione, accompagnata dall’assunzione di almeno 5 porzioni quotidiane tra frutta e verdura è la ricetta per la prevenzione, primo e più importante passo per la solidità della Salute.