intolleranza lattosio

Alimentazione e intolleranza al lattosio

Continua il percorso attraverso le patologie metaboliche, ma anche intolleranze e pseudopatologie. Vorrei iniziare sfatando un mito ormai di gran moda: l’intolleranza al lattosio. Premesso che l’articolo non si propone di indurre ne dissuadere dall’assunzione di latte vaccino, intendo unicamente spiegare l’origine di quella che, più che una patologia, è praticamente una condizione fisiologica. La digestione del lattosio, zucchero contenuto in grande quantità in quello che è l’alimento ESCLUSIVO del neonato e per una parte della primissima infanzia, è operata da un enzima, la LATTASI, che lo “spezza” nei suoi due componenti monosaccaridici: glucosio e galattosio. Man mano che un individuo cresce, è molto comune un meccanismo di regressione nella sintesi corporea di questo enzima; tanto per spiegarmi è come se “al corpo non servisse più” e quindi molti individui, di fatto, perdono la capacità di digerire il lattosio. Questo meccanismo fa sì che il disaccaride (lattosio) arrivi immodificato nell’intestino causando, grazie al suo effetto osmotico, il richiamo di acqua e dando così luogo ai più comuni disturbi intestinali (diarrea, spasmi, ecc.). Pertanto l’intolleranza al lattosio, proprio come molte condizioni pseudopatologiche ultimamente “di moda”, non è un fenomeno nuovo. La recente diffusione di prodotti senza lattosio sta nel fatto che il disturbo viene più facilmente individuato e associato all’assunzione di lattosio. Per coloro che mostrano una intolleranza lieve, è sufficiente limitare il consumo di latte e latticini, facendo attenzione ai latticini grassi, poiché la presenza di gocciole di grasso nell’intestino aggrava la sintomatologia. Ridurre quindi mozzarella, stracchino e latte intero. Se invece la sintomatologia è tale da compromettere il normale svolgimento delle azioni quotidiane o anche solo da creare uno stato di malessere, consiglio di astenersi totalmente dal consumo di latticini, scegliendo le varietà senza lattosio oppure latte alternativo (soia, noci, mandorle, riso, kamut, avena) e relativi prodotti (tofu, yogurt di soia, ecc.). Qualche consiglio volto a chiarire le idee: 1. Controllate sempre la lista degli ingredienti nei prodotti raffinati: a volte anche i più impensabili contengono lattosio, come molti biscotti e prodotti da forno, pollo e tacchino in vaschetta, ecc. 2. Non rinunciate a foraggi nobili e nutrienti come parmigiano e grana: i formaggi a pasta dura perdono il lattosio nel loro processo tecnologico di lavorazione; 3. Non vi è nulla di dannoso nel latte e nei latticini senza lattosio sono prodotti in cui questo zucchero ha semplicemente già subito il processo di scissione enzimatico (in glucosio e galattosio) che avverrebbe normalmente durante la digestione.